NAPOLI – Business delle cappelle votive al cimitero di Napoli. Lo ha scoperto la Guardia di Finanza intervenuta sulla base di un’inchiesta condotta dalla Procura a partire dal 2012. In manette due imprenditori del settore funerario – Vincenzo Tammaro e Gennaro Reparato – e indagato un notaio Fillipo Improta che secondo l’accusa si sarebbe prestato alla compilazione di atti falsi per la vendita delle cappelle e per questo è stato sospeso per sei mesi. Alcune cappelle venivano svuotate dei resti dei morti e rivendute a persone diverse dai titolari, operazione vietata dal regolamento comunale. Proprio all’Amministrazione si presume danno di 3 milioni. 18 in totale i soggetti indagati. Le cappelle sono state vendute persino on line a 800mila euro. Anziché attenersi al regolamento, gli indagati facevano in modo che i loculi nella disponibilità delle confraternite fossero assegnati a persone che non ne avevano diritto, ma pagavano somme consistenti. Gli inquirenti ipotizzano l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa.
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