di Violetta Luongo
NAPOLI – La Festa di Montevergine, chiassosa, spirituale e al contempo profana, fa da sfondo ad una intricata storia di passione e bugie, tradimenti e vendette. Ancora fino a domani 16 marzo la possibilità di vedere in replica la pièce al Sannazaro che ha registrato sempre pienone al Teatro. Dopo 10 anni dalla prima edizione ritorna la Festa al teatro di via Chiaia dove la padrona di casa e regista Lara Sansone, come di consuetudine, abolisce la divisione tra attori e pubblico e coinvolge tutti nella manifestazione.
OMAGGIO A LUISA CONTE – Canti e balli sui tavoloni di legno tipici delle sagre di paese, tarallucci e vino offerti agli spettatori e grandi risate. Tre atti di Raffaele Viviani e 38 attori per omaggiare Luisa Conte di cui quest’anno ricorrono i 30 anni dalla scomparsa e i 100 dalla nascita. Si inizia col pellegrinaggio al santuario: sfilata di persone e personaggi che portano con loro il sapore di usi e costumi di una Napoli storica, tradizionale e antica. Comare, compari, cavalli, frati e persino un vero asinello accolto tra lo stupore divertito degli astanti. Un fantasmagorico mondo di tinte diverse, non manca il chiaroscuro fatto di ombre e grigi quando la trama si infittisce: nel secondo atto si abbandona la spiritualità e ci si immerge nella carnalità dei più bassi istinti fisici e passionali e si impugnano rivoltelle e pugnali.
OPERA CORALE – Oltre al magistrale coro, Lucio Pierri, Salvatore Misticone, Chiara de Vita, Ciro Capano, Pasquale Serao, Davide Scafa, Antonio Parisi (i tre “Cavalli”), Matteo Salsano, Mario Aterrano, Ingrid Sansone, sono solo alcuni dei bravi interpreti che danno vita, colore e calore ad una opera teatrale e corale in cui ogni attimo, parlato, cantato e gesticolato è poesia popolare di cui Napoli è la più forte e verace testimone.
