di Violetta Luongo
NAPOLI – Un’opera antologica sulla vita, le opere, la malattia e la morte di Anton Cechov. Così L’incarico al teatro San Ferdinando fino al 23 febbraio. La pièce, in prima nazionale a Napoli, si basa sul racconto dello statunitense Raymond Carver, ultimo prima della sua morte, nel 1988, a soli 50 anni. Dopo di allora lo scrittore fu definito dal Times: “il Cechov del ceto medio americano”. Ed è proprio a Cechov che il grande scrittore dedica il suo ultimo racconto, L’incarico. A firmare l’adattamento e la regia Luca Bargagna.
L’AMARA IRONIA DI CECHOV – Commovente e triste, nostalgico e malinconico, teatrale e reale, lo spettacolo porta in scena gli ultimi mesi di vita del drammaturgo russo. L’amore incondizionato per la sua Olga (interpretata da Silvia Ajelli), l’adorazione e il rispetto del medico, il bravissimo Claudio Di Palma, la spiritosa goffaggine del cameriere di albergo a cui viene affidato il famoso incarico, Antonio Elia.
LA REALTA’ TEATRALE – E poi c’è Lui, Checov, malato di tubercolosi, quasi moribondo ma attaccato alla vita, con dignità e amara ironia, e a tutto ciò che essa possa ancora dargli fino all’ultimo respiro, che sia una coppa di champagne o un abito di flanella bianco. Il protagonista è interpretato da Arturo Muselli, svestito dei famosi panni del camorrista Sangue Blu di Gomorra, Muselli convince e piace nel ruolo di uno dei maggiori autori letterari e teatrali europei del XIX secolo.
