Parte Terza. Clicca qui per tornare alla prima parte e qui per la seconda.
Voi mangiate i frutti della vostra campagna?
Noi abbiamo sempre mangiato i frutti della nostra campagna, sempre prediletto agricolture bio e siamo sempre stati per il naturale. Ma purtroppo per queste cause dobbiamo comunque mangiare prodotti che vengono da altri mercati, come quelli dei grandi centri commerciali. Per questo protestavamo anche contro chi si è arricchito con tutta questa situazione.
Chi si è arricchito? In che modo?
Diciamo che chi si è arricchito è chi ha cercato di nascondere bene il problema e soprattutto chi è riuscito a nasconderlo bene. Tipo chi aveva una situazione di degrado con tanti rifiuti sotto terra e l’ha nascosti bene, costruendoci magari un’attività sopra ignorando quello che c’era sotto.
Che tipo di attività?
Attività sempre di generi alimentari, di agricoltura, chi si è aperto un ristorante…però comunque sotto o nei pressi c’è la spazzatura. Alcuni sono stati arrestati, ma altri stanno belli tranquilli dov’erano.
E il vostro rapporto con le forze dell’ordine durante le proteste qual era?
Allora le forze dell’ordine sono burattini dello Stato perché purtroppo devono fare il loro dovere e ovviamente a volte fanno bene perché ci sono anche persone che non sanno protestare in maniera civile. Però alcune persone delle forze dell’ordine alcune volte dovrebbero mettersi nei panni di chi ci abita nella zona. Ma questo non avviene mai perché non esercitano mai nelle zone in cui vivono, perché altrimenti sentirebbero su loro stessi il problema. Alla fine è stato un rapporto conflittuale. Ci sono stati arresti, feriti che non hanno risolto nulla.
La maggior parte dei manifestanti infatti ha denunciato che ci sono state delle aggressioni spesso immotivate ai loro danni. Questo è successo anche con voi?
Sì. Immotivate perché le persone stavano difendendo il loro territorio contro uno Stato che dice alle forze dell’ordine di non farli passare e non far occupare il terreno antistante alla discarica per far passare le ruspe e le pale meccaniche. Quindi con un ordine così le forze dell’ordine devono intervenire anche su persone anziane, su bambini in modo immotivato. La causa invece dovrebbe essere salvaguardare noi e l’ambiente, no la causa dello Stato.
Quindi oggi come si vive da queste parti?
Diciamo che da una parte ci siamo rassegnati però da un’altra c’è sempre una speranza. Noi ci siamo rassegnati al fatto che vengono imposte le cose e se le prendono con la forza. Siamo speranzosi dall’altra perché riusciamo comunque a mantenere un certo sviluppo per le campagne e le abitazioni. E soprattutto abbiamo la speranza che il governo capisca che la vera soluzione non è prendere i rifiuti e metterli dove non li può vedere nessuno o pochi. Ma smaltire correttamente i rifiuti senza inquinare e inquinarci. Salvaguardando sia le persone e i profitti delle metropoli, come Napoli, ma salvaguardando anche le persone della provincia e il valore agricolo della zona.
Quanta di questa consapevolezza e conoscenza vi hanno dato le proteste e i movimenti?
Tanta. Le proteste sono state il nostro mezzo per acquisire consapevolezza e conoscenza, poi grazie ad internet si è avuta una conoscenza maggiore che alimenta il coraggio e la speranza. Nonostante siamo vittime perché le nostre terre stanno in stati pietosi per colpa dello Stato che non ha saputo gestire bene niente.
Quindi vi arrendete?
(sorride) No non ci arrendiamo, perché comunque siamo nati qui, qui c’è la nostra storia, c’è il nostro sudore, ci saranno i nostri figli e vogliamo vedere la nostra zona con lo splendore che si merita. Fine.
Marco Coppola