di Violetta Luongo
NAPOLI – Dovunque ci si volti lo scenario è sempre lo stesso: tubolari, transenne e reti di contenimento. Quasi tutti i palazzi storici di Napoli sono celati dalle recinzioni di sicurezza. Dalla Galleria Umberto, il primo a salire sul banco degli imputati dal crollo del cornicione che causò la morte del 14enne di Marano, al Palazzo Reale fino al Teatro San Carlo. Un panorama vergognoso che si presenta ai tanti turisti che affollano le maggiori vie della città. Un biglietto da visita che deturpa l’immagine di Napoli nel mondo soprattutto dal momento che sono le stesse transenne ormai ad incuriosire e ad attirare i turisti tanto da impegnarli alla caccia dei monumenti ingabbiati fino a snobbare i pochi siti liberi. Chi con aria stupita, chi ridendo, i visitatori si mettono in posa laddove c’erano le bellezze della città, ora nascoste da reti e transenne.