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di Violetta Luongo
NAPOLI – Lì, sotto una pioggia battente, fu pronunciato il famoso dilemma del comico siparietto tra Massimo Troisi e Lello Arena: «Meglio un giorno da leone o cento giorni da pecora? Che ne so io delle pecore e del leone? Fai cinquanta giorni da orsacchiotto, stai in mezzo». Alla scena del duo de La smorfia fanno da cornice le scale in piazza Roffredo Beneventano a Napoli, è il 1983 e il film è Scusate il ritardo. Dopo 32 anni quel luogo, reso memorabile, è divenuto simbolo del degrado e dell’incuria, erba incolta ovunque, cartacce, panchine arrugginite e alberi pericolanti, tutto questo proprio a due passi dal quartiere Chiaia, “salotto buono” di Napoli.
MA NAPOLI NON RISPONDE – Con la voglia di ridare volto nuovo a quell’area si è mossa l’associazione Napolievviva con un flash mob per sensibilizzare la comunità e chiedere all’amministrazione comunale di intitolare quelle scale a Massimo Troisi. Una petizione partita online, che ha avuto subito centinaia di adesioni. Dal web alla piazza in omaggio all’attore e regista di San Giorgio a Cremano, purtroppo la gente non ha risposto all’appello, pochissime persone ai piedi della scalinata, colpa forse anche della pioggia.
UN MURALES PER TROISI – “Caro Massimo scusaci per il ritardo” si leggeva sulla pagina Facebook del gruppo che aveva ottenuto oltre 600 adesioni. «Quante parole sono state spese – dice Laura Cozzolino, dell’associazione NapoliEvviva – su questo grande artista e su come sia stato capace di dare voce alla vera anima di Napoli. Le sue battute ormai sono entrate nel linguaggio quotidiano non solo di noi napoletani, ma di tutta Italia. La nostra città ha un debito d’amore con Massimo che deve ancora essere onorato: dedichiamogli quella scalinata e coloriamola di allegria con un murales e alcune delle sue battute più celebri».
