NAPOLI – La scossa di terremoto che ha fatto tremare la Campania ha fatto una vittima. Si tratta di un uomo di 57 anni, residente in via Cardinale Capecelatro nel quartiere di Secondigliano. Un infarto dovuto alla paura la causa del decesso dell’uomo, che è morto subito dopo il trasporto all’ospedale San Giovanni Bosco.
CENTRALINO DEL 118 INTASATO – Per almeno un’ora il centralino del 118 è stato letteralmente preso d’assalto da centinaia di cittadini impauriti, tra cui molti disabili che chiedevano aiuto per poter lasciare l’appartamento. L’intasamento delle linee dei cellulari dovute al grande numero di telefonate fatte dai cittadini non ha permesso una immediata comunicazione tra la base operativa e le varie ambulanze dislocate sul territorio.
NIENTE DANNI SOLO PAURA – Numerose le chiamate anche ai Vigili del Fuoco e alle forze dell’ordine per segnalare palazzi pericolanti e cadute di calcinacci. Nella quasi totalità dei casi l’intervento dei pompieri ha avuto esito negativo, non sono stati infatti riscontrati danni agli edifici derivanti dalla scossa. I Vigili del Fuoco, coadiuvati dai tecnici della protezione civile, sono in queste ore impegnati nel monitorare lo stato delle scuole e degli edifici antichi del centro cittadino. Numerosi gli interventi per aiutare i cittadini a riaprire le porte degli appartamenti chiusi prima di scendere in strada.
LO SCIAME SISMICO – Lo sciame sismico risulta, secondo i geologi, essere ancora in atto. In particolare, dalle 22 di ieri, sono circa venti le scosse registrate, tutte con magnitudo inferiore a 4.9. In totale sono circa 130 le repliche alla scossa delle 18.08 del 29 dicembre.
LE DICHIARAZIONI DEI GEOLOGI- « In Campania ben 4608 edifici scolastici e 259 ospedali sono localizzati in aree ad elevato rischio sismico – dichiara il presidente dei geologi della Campania Francesco Peduto – è normale, quindi, chiedersi se le scuole dei nostri figli, gli ospedali, gli edifici pubblici e le nostre case siano sicure. Nel campo del rischio sismico in Campania scontiamo ritardi pluridecennali. Sarebbe necessario una profonda revisione ed aggiornamento della normativa di settore».
ALCUNE TESTIMONIANZE – Diverse migliaia di cittadini si sono riversati in strada durante la scossa. Alcuni hanno dovuto chiedere aiuto ai pompieri per poter poi rientrare, avendo lasciato in casa le chiavi: «Ero a casa a guardare la tv a casa della mia ragazza nel quartiere vomero – dichiara Domenico Morgillo – quando all’improvviso abbiamo sentito tremare il divano. Pensavamo fosse un camion di passaggio, ma ci siamo resi conto del terremoto guardando l’albero di Natale oscillare. Ci siamo immediatamente messi sotto al muro maestro, in attesa della fine della scossa, poi ci siamo precipitati giù, dove abbiamo trovato altri inquilini del palazzo». La scossa si è avvertita in modo molto distinto soprattutto nei quartieri antichi della città: «Quando abbiamo sentito la porta tremare – segnala Carlo Costabile dal quartiere Materdei – inizialmente abbiamo temuto che fosse qualche ladro che volesse intrufolarsi in casa. Ci siamo resi conto del terremoto quando abbiamo visto i lampadari oscillare con insistenza. Quando abbiamo sentito le grida delle persone in strada ci siamo subito precipitati giù». La quasi totalità dei napoletani ha preferito far ritorno alla proprie case, non raccogliendo l’invito degli esperti a dormire in macchina almeno per 36-48 ore.
Antonio Folle