TERRA DEI FUOCHI/ Pozzi e coltivazioni avvelenati a Caivano, al Pascale parte indagine sui pazienti

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Caivano_sequestro_inquinamentoCAIVANO – Sono stati posti i sigilli, da parte della Guardia Forestale, presso un campo sito a Caivano in località Ponte Carbonara. L’azione è stata ordinata dalla Magistratura, data la rilevazione, nelle falde acquifere e nei prodotti, di tassi di tetracoloetilene, sostanza altamente nociva e cancerogena. La zona sequestrata è di dimensioni cospicuamente estese e si inserisce in una lunga serie di campi già sequestrati negli ultimi anni; in totale la zona contaminata si estende per poco meno di 60 ettari di terreno.

 

PROTESTA – È questa una delle tante prove di quanto il territorio di Caivano sia altamente inquinato e nocivo per i cittadini. Da mesi fiumi di persone, stanche di contare le vittime di tumore nei propri quartieri e condomini, stanno manifestando a gran voce per l’immobilismo delle istituzioni sul fronte ambientale, giudiziario e soprattutto sanitario.

 

EPPUR SI MUOVE – A fare da contraltare all’ennesima tragica notizia, ormai consueta per i cittadini campani, c’è però l’avvio di un’indagine presso l’Istituto Oncologico Pascale di Napoli. I cittadini di Caivano, Terzigno, Giugliano e di tutti gli altri comuni fortemente inquinati e a cui non è stata ancora concessa una dimostrazione del nesso di causalità fra inquinamento e tumori, adesso potranno confidare nella ricerca e nell’analisi di oltre trecento pazienti affetti da neoplasie polmonari. Questa ricerca non ha precedenti nella regione e si prefigura come primo tassello per la dimostrazione o confutazione della nocività di roghi, interramenti e contaminazione delle falde acquifere.

 

COME SI FINANZIA IL PROGETTO – I fondi con cui verrà sostenuto tale studio saranno prelevati dal 5 per mille devoluto dai contribuenti all’istituto. Le analisi saranno effettuate grazie alla banca dati biologica e qualora dovesse emergere un dato pari almeno al 20 per cento di mutazioni molecolari dovute a fattori ambientali e inquinamento, l’emergenza ambientale avrà finalmente un fondamento scientifico su cui fondare la propria protesta. Per questo servirà aspettare l’estate, quando verranno pubblicati i primi dati.

 

Marco Coppola

Redazione

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