Terremoto a Napoli, tra paura e solidarietà il racconto a lieto fine di una famiglia di Soccavo

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Il palazzo di via Pigna dove vive la famiglia di Soccavo

NAPOLI – Spavento e allarmismo per quanti hanno avvertito in modo distinto la scossa, stupore e interesse per quanti invece non ne hanno subito l’effetto. All’indomani degli eventi sismici che hanno fatto tremare la Campania, si fa il bilancio tra racconti e testimonianze tra i napoletani. La giornata è ripresa nel suo svolgersi regolare per i tanti cittadini  impegnati nelle proprie attività lavorative. Ci si scambia impressioni e racconti su quanto vissuto, si continua a mantenersi aggiornati tramite web e telegiornali sullo stato dei fatti, cercando di dimenticare e di superare quei circa 15 secondi di “terra ballerina”. Nessun danno segnalato ai fabbricati antichi del centro storico. Questa mattina le vie dei decumani si sono nuovamente affollate di turisti stranieri, numerosi più che mai per le consuete passeggiata dell’arte e per il rito “sfogliatella e caffè”. Pochi hanno avvertito e comunque in modo lieve le minime scosse di ritorno, già annunciate essere “fisiologiche” dal centro nazionale di Vulcanologia.

 

LA TESTIMONIANZA DI UNA FAMIGLIA – Per molte persone non è stato facile chiudere occhio. Notti insonni ed agitate, ore piccole davanti ai monitor per ascoltare le news con la tensione di tornare ad avvertire nuovi movimenti. «Mio marito stamane è rimasto a casa con il nostro piccolo, ma è ancora molto spaventato per gli attimi vissuti ieri sera» raccontano Elisabetta Postiglione e Carmine Attardi, 30enni residenti a Soccavo. Stamattina lei è tornata a lavoro, ma con la mente ancora un po’ sotto shock: «Ieri pomeriggio eravamo sul letto e il bambino riposava. Abbiamo sentito distintamente i muri scricchiolare, lo sbattere intenso delle persiane alzate contro il balcone e la casa muoversi come agitata da un vento rumoroso. Pensavo che mio marito stesse dondolando il letto, poi invece ci siamo resi conto che si trattava del terremoto e siamo fuggiti sotto il tavolo della cucina. Fortunatamente la scossa era appena terminata e in tutta fretta abbiamo raccolto i giubbini e siamo corsi giù in strada, con tanto di pantofole».

HANNO AVVISATO I VICINI – Elisabetta e Carmine abitano al terzo piano di un palazzo moderno agli inizi di via Pigna; prima di scendere hanno bussato ai vicini di casa per segnalare la situazione. Anche alcuni condomini hanno accolto l’invito a recarsi fuori dal palazzo: «Siamo rimasti circa un’ora per strada a smaltire la paura e a cercare di contattare i familiari per avere loro notizie – prosegue la giovane madre – ma i cellulari erano fuori uso, questo alimentava un po’ la tensione. Alcuni vicini erano in agitazione perché non riuscivano a mettersi in contatto con i figli, usciti nelle prime ore del pomeriggio». Ieri pomeriggio, lo shopping natalizio in via dell’Epomeo era ancora intenso, ma al momento del scossa numerose persone hanno abbandonato i negozi e si sono riversati in massa verso i marciapiedi. «Al rientro negli appartamenti, abbiamo deciso di comune accordo con i vicini del pianerottolo di non chiudere a chiave le porte di ingresso – come ha suggerito la Protezione Civile in questi casi – e di rimanere in contatto a qualsiasi ora in caso ce ne fosse stato bisogno».

 

Giovanni Postiglione

Redazione

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